Terapia endovenosa: a cosa serve e come funziona

terapia endovenosa

Per terapia endovenosa (EV) si intende qualsiasi soluzione o farmaco concepito per uso endovenoso e somministrato in una vena di grande, medio o piccolo calibro, che sia centrale o periferica.

Terapia endovenosa: che cos’è

La terapia endovenosa, o infusionale, consiste nella somministrazione per via endovenosa di particolari sostanze bioattive; ha finalità ricostituenti e rigeneranti per l’organismo, apportando al paziente vitamine, minerali, oligoelementi e aminoacidi.

Si tratta di una terapia dai risultati immediati e dai diversi campi di applicazione. Infatti, i protocolli terapeutici sono studiati a seconda delle esigenze del paziente e della tollerabilità degli ingredienti e per ogni programma va determinata una ottimale composizione dei farmaci. Tale composizione tiene in considerazione fattori quali la compatibilità tra i principi attivi associati fra loro e con il paziente, il potere osmotico totale e la tollerabilità individuale.

L’IV Therapy, questo il nome internazionale della terapia endovenosa, è basata sul ripristino del livello ottimale di nutrienti che supportano i naturali processi di autoguarigione dell’organismo.

Rispetto ai tradizionali integratori presi per bocca, dove una buona parte del principio attivo viene ridotta come assorbimento dall’azione filtrante dell’intestino e del fegato, con il trattamento endovenoso si utilizzano già in partenza dosaggi superiori rispetto a quelli presenti in compresse o capsule. Lo stesso principio attivo introdotto per via endovenosa ha un assorbimento di molto superiore in quanto raggiunge direttamente l’organo o tessuto bersaglio – come il muscolo, il cervello o la pelle.

Questa differenza si rivela sostanziale anche nei benefici immediati, che perdurano giorni e settimane, che vengono percepiti dal paziente fin dal periodo immediatamente successivo al trattamento.

I campi di applicazione

La somministrazione della terapia endovenosa è responsabilità infermieristica, sotto la prescrizione medica. Può avvenire in ambiente ospedaliero oppure al domicilio.

In particolare è utile per trattare condizioni di malessere diffuse nella popolazione, come:

  • Stress psico-fisico
  • Stanchezza cronica
  • Disturbi del sonno
  • Sovrappeso
  • Disordini nutrizionali
  • Abuso di farmaci o postumi da alcool

In generale l’IV Therapy si presta anche per contribuire a rallentare i processi d’invecchiamento corporeo e cellulare come l’antiaging, andando a: prevenire le malattie correlate all’età; conferire maggiore energia fisica e lucidità mentale; migliorare le difese immunitarie; aumentare indirettamente la produttività in ambito lavorativo.

Ad oggi, questo tipo di terapia è adatto a diversi contesti clinici, trovando applicazione:

  • Nella medicina di prevenzione: con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza del sistema immunitario
  • Nella terapia di ripristino: si usa la terapia infusionale a scopi rigenerativi dopo uno sforzo intenso, una malattia debilitante o una terapia stressante
  • Nella medicina potenziativa e detox: per migliorare le condizioni cliniche in molte patologie, tra cui emicrania, asma cronica, epatosteatosi, sindrome metabolica e molte altre

Come funziona una sessione di terapia endovenosa

Prima di cominciare la terapia, è compito del medico consultarsi con il paziente per identificare i sintomi, le esigenze terapeutiche e le controindicazioni. Al termine della visita si prescrivono eventuali esami strumentali e di laboratorio necessari per valutare lo stato di salute del soggetto e personalizzare il più possibile la terapia.

Una volta ottenuti i referti delle indagini richieste, si studia il programma terapeutico, la composizione del cocktail da infondere, il numero delle sedute e la durata del trattamento. In alcuni casi si predispone anche il tipo di monitoraggio da seguire durante il percorso terapeutico. In ogni caso, il paziente è tenuto a fornire un consenso per far sì che questa possa avvenire.

Quando la terapia ha inizio il medico invita il paziente a sdraiarsi sul lettino e provvede a predisporre un accesso alla vena del braccio tramite farfallina o ago cannula a cui collega la flebo. La seduta viene normalmente effettuata con infusione a goccia lenta e varia dai 30 ai 60 minuti. Al termine il paziente può tranquillamente tornare alle sue normali attività.

In genere le sedute sono diverse con cadenza giornaliera, bisettimanale, settimanale o mensile e si programmano da un minimo di 10 ad un massimo di 30 volte.